Mersa Madakh
(testo di Antonella Mezzolani)
Le rovine puniche di Mersa Madakh, a circa 40 chilometri ad ovest di Orano, sono state individuate su un pianoro che, con una ripida falesia, si affaccia sul mare, a poca distanza dallo sbocco dell’oued Madakh.
L’area indagata da G. Vuillemot non aveva grande estensione, limitata com’era dalla falesia sul lato a mare e dal bordo del pianoro verso l’interno, ma nonostante ciò appariva sin dalle prime ricognizioni ricca di materiale edilizio sparso e di frammenti ceramici.
Sul pianoro, dunque, sono stati individuati lacerti pavimentali sovrapposti e, soprattutto, un tratto murario continuo, interpretato come possibile cinta muraria dell’insediamento, e un’abitazione molto semplice sia nella planimetria, sia nella tecnica costruttiva.
Un muro ad andamento rettilineo e continuo è stato indagato nell’area occidentale del pianoro: largo da metri 1 a 1.20 e liberato per una lunghezza di circa 7 metri, risulta costituito da un apparato in pietrame di tufo legato da argilla (R). L’interpretazione di questa struttura come muro di protezione dell’insediamento è stata avanzata sulla base dello spessore dell’apparato e sulla mancanza di connessione con altre strutture, pavimentazioni o abitazioni addossate, nonché sull’assenza pressoché completa di vasellame riportabile ad una diversa funzione del muro stesso.
Nel settore nord del pianoro, una struttura di circa 6 x 3.50 metri, delimitata su tre lati da muri in pietre grezze di tufo messi in opera con argilla, sembra aver svolto una funzione abitativa (M).
I livelli d’uso evidenziati sono due e tra essi si interpone un riempimento che pare testimoniare un avvenuto incendio. Al livello inferiore appartengono i primi apparati murari, alcuni buchi di palo e un ampio focolare nell’angolo nord-ovest; al livello più recente, invece, sono da riportare le murature, sovrapposte ai precedenti muri e di uno spessore che varia da 0.80 a 1 metro, che sono state lasciate grezze all’esterno, mentre all’interno in più punti si è evidenziata una finitura in intonaco argilloso lisciato a mano. Sul muro più occidentale, in prossimità dell’angolo sud-ovest, si apriva una porta larga circa 1 metro che era caratterizzata dalla presenza di una soglia sopraelevata. Al centro del vano, un accumulo di frammenti di mattoni crudi, di dimensioni abbastanza standardizzate (9 x 30 x 39 centimetri oppure 19 x 7 x 30 centimetri) e solidificati dall’azione del fuoco, sembra indicare la presenza di un muro divisorio, mentre una serie di buchi di palo sono stati individuati in tutta la superficie interna della stanza e hanno restituito frammenti di tronchi di thuya. Il tetto che poggiava sulle pareti e su alcuni di questi pali era probabilmente un incannucciato rivestito di pisé (mattoni crudi), mentre la pavimentazione più recente è in conglomerato d’argilla, con una piccola area lastricata nell’angolo nord-est della casa.
Tra il materiale rinvenuto nei due strati dell’abitazione particolarmente cospicua è la presenza di ceramica modellata a mano, ma non manca la ceramica al tornio di tipo punico, con anfore a ogiva, urne a spalla obliqua, una lucerna monolicne.
Pur non potendo definire con estrema precisione le fasi cronologiche dell’abitazione di Mersa Madakh, alcuni materiali, come la lucerna monolicne, hanno consentito di supporre una sua frequentazione dal VI sec. a.C., con rapporti presumibilmente indiretti con Cartagine e più forti, invece, con l’antistante costa spagnola.