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La dea sulle monete
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La dea Iside sulle monete: caratteri di un'iconografia

(testo di Lorenza-Ilia Manfredi)

La figura di Iside ricopre un ruolo molto importante nella monetazione del mondo punico.

Moneta di Iol. Parigi, Cabinet des Médailles (fotografia di F. Neuwald)Il volto della dea sulle monete puniche si caratterizza per un profilo con un naso molto importante e un’originale interpretazione della spoglia di avvoltoio. Il piumaggio raccolto e trattato come se fosse una capigliatura, diventa parte integrante dell’acconciatura. Originali sono la riproduzione della testa, resa con una tecnica di perlinatura e della coda dell’avvoltoio molto più bassa rispetto all’iconografia egiziana di riferimento nella quale la spoglia è soltanto appoggiata alla sommità del capo.


L’impostazione "a caschetto" che in questo modo assumMoneta sarda raffigurante Core al dritto e al rovescio tre spighe (241 a.C.)e la spoglia di avvoltoio richiama, sia pure in modo generico, la parte superiore dell’acconciatura della Core delle monete sarde della 241 a.C., dove la foglia della spiga di grano, sostituita sui capelli di Iside da una fila di perline, separa trasversalmente i capelli definiti in larghe ciocche.

 

Monete della rivolta libica del 241 a.C.

 

 

 

Dalla spoglia-acconciatura scendono sul collo ciuffi di capelli resi con un tratteggio molto serrato e regolare, che ricordano quelli di Iside raffigurata nelle monete della rivolta libica del 241 a.C.

 

La resa della dea si pone stilisticamente a metà tra quella delle monete della rivolta libica e quella ispirata alle iconografie ellenistiche delle monete di Icosium, Cossura, Malta.Moneta da Cossura

 

 

 

In questa prospettiva, che pone le monete di Iol-Caesarea in ambito culturale autoctono ancora fortemente punicizzato ma già influenzato dell’ellenismo, sembra plausibile intendere la divinità femminile raffigurata sul dritto allo stesso modo del personaggio divino della serie della rivolta libica come Astarte-Hathor-Iside, anche se per la regione non si hanno indicazioni di una specifica attestazione del culto in epoca punica, che diventa molto importante con Giuba II e Cleopatra Selene.

 

In epoca imperiale si ha notizia di un Iseo, probabilmente localizzato vicino al porto.

 

 

Moneta con raffigurazione di Giuba II (fine I sec. a.C.-inizio I sec. d.C.). Il sistro e il coronamento hathorico, attributi di Iside, sono un richiamo alla dea

 
Il presunto iseo di Cherchel, oggi sommerso, circondato da costruzioni moderne


Moneta da IcosiumIl tema, quando compare per la prima volta sulle monete della rivolta libica del 241 a.C., è portatore di precisi caratteri politici in antitesi al programma cartaginese. L’ellenismo e i richiami al Vicino-Oriente sembrano vissuti, dai rivoltosi, come modelli culturali e iconografici idonei a rompere con la dominante tradizione punica e a esprime una realtà politica nord-africana diversa.

Con la fine dell’insurrezione si impone nuovamente il modello cartaginese permeato di forte conservatorismo e formalismo tipologico. Alla fine del III-II sec. a.C. quelli che erano stati gli elementi iconografici anticartaginesi della rivolta rientrano nel repertorio ufficiale adottato dalle città neopuniche e si sviluppano soprattutto nella regione di Iol-Caesarea, anche se non mancano esempi in altre aree del Mediterraneo e dell’Algeria come a Icosium.

Ma mentre la monetazione di Iol si esprime ancora attraverso un linguaggio formale fortemente punicizzato (punico è, infatti, lo schema compositivo delle tre spighe allo stesso modo di quello delle monete della rivolta e della coeva serie sardo-punica V A e B) la monetazione di Icosium segna la definitiva rottura con il repertorio iconografico punico. Il busto di Iside incoronata da Nike diventa più aderente ai canoni ellenistici di tradizione tolemaica non esente da interpretazioni ed espliciti riferimenti a tradizioni culturali locali, che tuttavia non cancellano i connotati di una divinità femminile vincitrice legata all’ambito militare e sostanzialmente punica.

Moneta da MaltaIn tale contesto si pone anche la monetazione di Malta risalente al II-I sec. a.C. nella quale l’iconografia isiaca aderisce agli schemi greco-romani che riprendono la tradizione egiziana della divinità velata.  

 

 

 

 

 

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