La magia
(testo di Rosanna Montanaro)
Nel mondo antico la magia era un ambito importante della religione e molte volte la seconda non si poteva separare nettamente dalla prima. Con il termine "magia" ci si riferisce a pratiche, formule, o gesti che permettono di avere degli effetti nella realtà, tramite l’invocazione di dei o tramite l’utilizzo di oggetti particolari.
| Scarabeo in steatite con tre figure schematizzate proveniente da Tharros, VII-VI sec. a.C., Cagliari, Museo Nazionale G.A. Sanna. Immagine tratta da S. Moscati, I Fenici, Milano 1988. |
Per quanto riguarda la cultura fenicio-punica, poco sappiamo della relazione che intercorre tra magia e religione. Il concetto di magia in ambito punico è poco conosciuto, né si conosce bene se la pratica della magia fosse costituita da rituali estemporanei e variabili nei templi, o se essa fosse passata a costituire una parte importante del rituale (come nella religione egiziana, dove era anche regolamentata per iscritto).
Sono pervenuti degli incantesimi (ossia delle formule magiche) di ambito fenicio (due incantesimi datati al VI sec. a.C. e provenienti da Arslan Tash) e punico. Quest’ultimo proviene da Cartagine, e si tratta di un incantesimo di defixio, cioè inchiodamento; altri elementi come amuleti e talismani mostrano altresì come Cartagine fosse molto legata alla magia di ambito egiziano.
Certamente in ambito fenicio-punico l’utilizzo di amuleti e di talismani, che già presso gli egizi avevano un ruolo fondamentale, in quanto depositari di un potere magico, mostra come la magia fosse penetrata capillarmente nella mentalità della popolazione che affidava la proprio protezione a questi oggetti magici.
Scarabeo montato in oro con Iside e Horo proveniente da Tharros, V-IV sec. a.C., Cagliari, Museo Archeologico Nazionale. Immagine tratta da S. Moscati, I Fenici, Milano 1988. | |