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La vita quotidiana e la cucina

Per gli studi archeologici il ruolo centrale del cibo nella formazione e composizione sociale delle comunità antiche è un'acquisizione critica relativamente recente, e rientra in quella prospettiva di studio totale e interrelato del passato nella quale i mucchi di spazzatura o i vari accumuli di resti di pasto che ci hanno lasciato gli uomini dell'evo antico hanno pari dignità e valore delle opere più raffinate ed alte dell'artigianato.

La casa punica (da Mozia)

 In questa prospettiva, lo studio, puntuale e accurato, della produzione, preparazione e consumo del cibo nell'ambito della cultura fenicia e punica, rappresenta una fonte fondamentale e privilegiata di conoscenza. L'analisi è possibile grazie alla disponibilità di contesti alimentari di grande spessore documentario, come i riempimenti delle cisterne o gli strati di scarico, vere e proprie "pattumiere" del mondo antico. Tale riempimenti sono spesso costituiti da vasellame e resti di pasto, che consentono di leggere la dialettica tra la produzione locale indigena, fenicia (tornita e in impasto) e punica, e la ceramica di importazione, greca o ispanica.

La cucina della casa punica (da Mozia)Importante è anche la definizione della funzione della suppellettile da mensa e da cucina: vasellame da fuoco, recipienti da trasporto e conservazione, vasellame da preparazione, vasellame per mangiare e per bere.

L'analisi di tali contesti consente quindi di affrontare e comprendere le problematiche legate alla 'cultura alimentare' fenicio-punica, esaminate attraverso i suoi aspetti produttivi, distributivi, mercantili, di trasformazione e di consumo, anche ideologico, dei prodotti. La dinamica alimentare diventa così elemento chiave per comprendere il ruolo svolto dai Fenici e dal know how di tradizione vicino-orientale nel divenire delle culture autoctone mediterranee e atlantiche.

 

Figurina fittile che rappresenta la cottura nel tandur

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nei pasti del mondo punico abbondavano grano, orzo, legumi, olio di oliva, vino, miele e altri alimenti tipici della dieta mediterranea. I cereali, grano e orzo, venivano consumati sotto forma di focacce o di pane lievitato. La farina, macinata in appositi mortai, serviva per fare pappe, semolini e altre pietanze.
Il piatto punico più diffuso era la minestra punica, denominata dal commediografo Plauto puls punica, una sorta di piatto unico composto da farinata di farro e di legumi. Tale pietanza ha un valore nutrizionale rilevante per la dieta, poiché è ricca di zuccheri, grassi, proteine e, in misura minore, di vitamine; per provarla, basta mettere nell’acqua un po’ di farina e fatela stemperare bene, versatela in un mastello pulito, aggiungete un po’ di formaggio fresco, del miele e un uovo; mescolate bene e fate cuocere in pentola.

 

Le immagini raffiguranti una casa punica riguardano precisamente la “Casa del sacello domestico” scavata a Mozia dalla missione dell’Università di Roma “La Sapienza”, guidata dal prof. Lorenzo Nigro. Per ulteriori informazioni: http://www.lasapienzamozia.it/Index.htm. I disegni sono stati realizzati da L. Di Blasi e pubblicati in L. Nigro – G. Rossoni (a cura di),“La Sapienza” a Mozia. Quarant’anni di ricerca archeologica (1964-2004)", Roma 2004, pp. 87-89. Si ringrazia il prof. L. Nigro per aver cordialmente concesso l’uso delle immagini.

 

 

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