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Nell’Occidente punico, per contro, sembra che Iside sia stata venerata come tale. A Cartagine, la dea aveva un suo santuario in epoca ellenistica, il suo nome era utilizzato per comporre nomi di persona e la sua immagine figura nel repertorio iconografico; in epoche successive alla conquista romana, poi, la venerazione della dea è testimoniata epigraficamente insieme a quella per Serapide, mentre si sa dallo stesso
Apuleio che questo insigne fedele di Iside fu, proprio a Cartagine, gran sacerdote del suo culto.
| Particolare del sarcofago femminile proveniente da Cartagine, IV-III sec. a.C. Cartagine, Musée de Chartage). Immagine tratta da S. Moscati, I Fenici, Milano 1988. |
| Statua femminile leontocefala da Thinissut, II sec. a,C. Musée Nabeul. Immagine tratta da S. Moscati, I Fenici, Milano 1988. |
Di particolare interesse sono anche le iscrizioni lasciate sulle pareti della Grotta Regina, presso Palermo, in Sicilia. Qui, oltre a varie formule di richiesta di benedizione rivolte al dio Shadrapa (Shed il guaritore), si trova un testo in scrittura neopunica (II-I sec. a.C. circa), che sembra menzionare la dea Iside, accanto al disegno di una nave: si è pensato a un riferimento alla festa dell’apertura della navigazione, celebrata in epoca romana in onore di questa dea, o più genericamente alla dedica di un suo fedele, forse un marinaio che voleva porsi sotto la protezione della grande patrona del navigare.