1, 2, 3: ecco come nasce la scrittura
… Pensando all’artigiano che scolpisce le lettere dell’alfabeto su una stele, mi sono perso a pensare a come siano nati tutti quei segni che utilizziamo per scrivere... E allora faccio come al solito quando non so risolvere un problema troppo complicato, o un compito troppo difficile: chiedo al mio papà!
“Devi sapere, piccolo Arish,” mi dice papà, “che noi Fenici siamo da sempre un popolo di navigatori e commercianti, e come tali avevamo bisogno di un modo semplice e veloce per registrare le merci contenute nelle nostre navi, quelle che venivano acquistate e quelle che venivano vendute... E i conti dovevano tornare!
Provammo allora in molto modi: a usare la scrittura di altri popoli, come il geroglifico, la scrittura degli Egizi, o il cuneiforme, quella dei Sumeri... Ma era troppo difficile e complicato... Anche perché presso quei popoli, proprio per la difficoltà della scrittura, l’attività dello scrivere era una vera e propria professione, riservata a una piccola schiera di persone, gli ‘scribi’.
Tentammo quindi di portare con noi in viaggio uno scriba che registrasse i nostri conti... Ma che disastro! Gli scribi proprio non si abituavano alla vita di mare, troppo scomoda!
… Bisognava escogitare una soluzione al problema!
Ascoltando tanti modi diversi di parlare, capimmo che alcuni suoni erano comuni a tutte le lingue allora conosciute. Quei suoni si potevano trascrivere con semplici linee, facili da scrivere, da leggere e da ricordare a memoria. I ventidue segni dell’alfabeto, combinati tra di loro, danno vita a tutte le parole che conosci, e che conoscerai da grande. Non è fantastico?”.