L'Algeria punica
Conoscere i Fenici d’Algeria e la loro straordinaria e poco conosciuta civiltà, nata dall’incontro tra culture diverse, significa evidenziare il particolare rapporto istauratosi tra le popolazioni numidiche autoctone e i navigatori fenici venuti dall’Oriente per reperire materie prime: in queste terre trovarono non solo una ricchezza di straordinaria importanza, ma un ponte strategico, per la posizione geografica, che favoriva la loro proiezione verso il bacino occidentale del Mediterraneo. Questa felice congiuntura deve essere la chiave di lettura della cultura fenicia in Algeria (che si sviluppa dall’VIII al I sec. a.C.) intesa come trait d’union tra il mondo nordafricano e quello europeo, in grado anche di esaltare la civiltà delle popolazioni numidiche locali. Una proiezione mediterranea che ha permesso non solo di far conoscere le potenzialità economiche della regione, ma anche di esaltare le grandi capacità militari delle genti autoctone, in particolare della famosa e temutissima cavalleria numidica.
La storia fenicia dell’Algeria antica comincia con gli insediamenti costieri alla fine del VIII sec. a.C. e non risulta direttamente legata alle grandi città dell’Oriente ma a centri fenici della Penisola Iberica, in quanto i porti della costa algerina sono le principali tappe della rotta di ritorno verso Oriente delle materie prime e dei prodotti provenienti dall’estremo Occidente. In questi insediamenti i pochi monumenti cartaginesi ancora visibili testimoniano la volontà di controllo dell’area da parte di Cartagine dal IV sec. a.C., anche se questo non implica necessariamente un’occupazione sistematica del territorio.