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Iside egizia
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Moneta di Giuba II. Sul rovescio (a destra), è raffigurato un coccodrilloTra il periodo ellenistico e quello romano, quasi come una cerniera importantissima, a Iol-Caesarea si colloca il regno di Giuba II, contemporaneo di Augusto, che sposò Cleopatra Selene, figlia dell’ultima regina d’Egitto Cleopatra VII. In questo periodo, il culto di Iside ebbe ulteriori importanti sviluppi.

Giuba era erede della tradizione culturale nordafricana della Mauretania e al contempo abbracciava la cultura ellenistica e romana: in questo crogiuolo culturale, la sua Caesarea  fu una città ancorata all’Africa e proiettata verso il Mediterraneo, densa di vita e di stimoli culturali. Il sovrano dedicò molte energie allo studio della geografia e della storia e, sentendosi depositario della più grande tradizione africana, dimostrò una grande venerazione per la cultura egizia, civiltà nordafricana tanto antica, famosa ed autorevole. Sappiamo da Plinio (Nat. Hist. V.51) che Giuba, seguendo antichi geografi, si era dedicato alla ricerca delle fonti del Nilo nell’interno della Mauretania, dove il fiume avrebbe formato il lago chiamato Nilide; la similitudine della flora e della fauna fluviale rispetto al grande fiume egizio sembrava essere una conferma. Al tempo di Plinio, nell'Iseo di Caesarea, viveva un coccodrillo, riportato da Giuba proprio dalle sue ricerche geografiche nell'interno del paese: la presenza del rettile e quella di autentiche statue egizie ritrovate in città dovevano fare di Cherchel una sorta di pendant rispetto ad Alexandria ad Aegyptum. Il culto di Iside continuò a fiorire a Cherchel durante l’Impero Romano, come testimoniato dalle pregevoli sculture di quell’epoca, raffiguranti la dea.

 Disegno da un rilievo su un frammento di colonna conservato ai Musei Vaticani

 

Disegno liberamente tratto da un particolare del rilievo su un frammento di colonna conservato ai Musei Vaticani (Galleria dei Candelabri n. 2599). Il frammento è costituito dalla parte bassa di una colonna ritrovata a Roma, sul Celio, datata al I-II sec. d.C.

Sullo sfondo si vede un tempietto prostilo tetrastilo, su alto podio, la cui scalinata è affiancata a destra da una sfinge. In primo piano, un sacerdote si china a porgere del cibo a dei coccodrilli che emergono dall’acqua, mentre un altro sacerdote porta sul capo una cesta piena di cibo. L’atteggiamento festante dei coccodrilli li rende quasi simili a cagnolini.

L’immagine può rendere l’idea dell’esistenza di coccodrilli all’interno delle aree templari di culto isiaco.

 

 

Il tempio di Iside rinvenuto a Lambèse (Numidia, Algeria) e documentato da scavi recenti esemplifica bene un luogo di culto isiaco di epoca romana (II sec. d.C.), che tuttavia prosegue una tradizione progressivamente affermatasi dal periodo ellenistico e ben conosciuta da strutture precedenti (ad esempio quella di Pompei): un tempio di piccole dimensioni (in questo caso m 17.50 per 13.80), prostilo, inserito in un'area sacra comprendente altre strutture adibite al culto.

Disegni riprodotti da M. Le Glay, "Isis à Lambèse": Hommages à J. Leclant, III, Le Caire 1994, pp. 339-360.

 Tempio di Iside rinvenuto a Lambèse
 Ricostruzione del tempio di Iside rinvenuto a Lambèse


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