II itinerario
La regione metagonita
Metagonitis è un aggettivo formato sul termine geografico Metagonium, che indica il nome di un promontorio. Tuttavia, l’espressione greca μετά τò γώνιον άκρον indica una paese "posto dopo un capo particolarmente angoloso".
Due capi sono stati considerati dai Greci come ripari particolarmente angolosi: Capo Bougaroun, chiamato da Pomponio Mela (I, 33) "promontorio metagonio" e Capo Tres Forcas, presso Melilla (oggi enclave spagnola in territorio marocchino). Il primo, a nord-ovest di Collo, segna il confine tra la Numidia e il regno dei Massili; il secondo, a nord di Melilla, quello tra il regno dei Massesili e la Mauretania.
Polibio (III, 33, 5-16) e Plinio (V, 22), a proposito delle terre costiere numide che si estendevano tra i fiumi Ampsaga e Molucca, ricordano che i Greci le definivano metagonite.
Questa vasta regione è caratterizzata da insediamenti costieri posti a intervalli regolari per la navigazione sotto costa, interpretati come scali marittimi sulla rotta di ritorno verso Oriente. Ciò non significa tutti gli scali marittimi siano datati allo stesso periodo. Dai centri fenici, soprattutto localizzati sulle coste oranesi, legati agli insediamenti del sud della Penisola Iberica, si distinguono i siti di probabile fondazione cartaginese e quelli maggiormente legati all’azione politica ed economica dei regni numidi. In tale complessa situazione è, quindi, difficile individuare elementi utili a comprendere la strategia di controllo esercitata da Cartagine nella regione. La metropoli nord-africana, pur avendo importanti interessi economici per le città metagonite, non sembra aver esercitato su di esse un dominio sistematico di tipo territoriale. La presenza cartaginese nella zona sembra esprimersi attraverso il potenziamento di alcuni capisaldi.
L’area sembra aver assunto una particolare importanza strategico-militare durante la seconda guerra punica e alcuni centri, quali Icosium (Algeri) e Iol-Caesarea (Cherchel), devono aver svolto un ruolo attivo nell’ambito della politica di Cartagine. È in relazione a questo periodo, infatti, che le fonti classiche parlano di spostamenti e stanziamenti di truppe e di ostaggi (Polibio III, 33, 5-16; Tito Livio XXI, 21, 11-13; XXI, 22) nelle città metagonite. L’attiva presenza nell’area in relazione agli eventi bellici del III sec. a.C. trova per altro conferma negli abbondanti ritrovamenti numismatici di epoca annibalica.
Ad ovest di Algeri, Tipasa (Tipaza) si apre in un’insenatura eccellente per il cabotaggio antico. La presenza punica è attestata archeologicamente a partire dal VI sec. a.C.
Un importante ruolo economico, sia come caposaldo dei traffici marittimi tra il Nord-Africa e la Penisola Iberica, sia come centro di produzione artigianale (in particolare le uova di struzzo decorate), sembra essere stato svolto anche da Gunigun (Sidi Brahim, Gouraya), centro che nel II-I sec. a.C. conia monete civiche autonome a leggenda punica. A poca distanza si localizza Cartennas (Ténès), uno dei pochi centri minerari nord-africani di epoca punica.
Proseguendo verso ovest non si incontrano più vestigia riportabili all’epoca punica fino al golfo di Arzew, a 160 chilometri da Ténès, dove a Saint-Leu (antica Arzew), si incontra la città romana di Portus Magnus. Qui sono state identificate un’area sacra a cielo aperto con stele e tombe di tradizione punica.
Altri 100 chilometri separano Portus Magnus al sito moderno di Les Andaluses nella regione di Orano, dove sono state individuate due necropoli e un abitato anonimo risalenti all’epoca preromana. La necropoli est, con corredi del IV- II sec. a.C., ha restituito materiale punico di tradizione iberica, mentre nella città sono state rinvenute stele neopuniche e consistenti tracce della lavorazione della porpora.
Sul fiume Madakh, a circa una ventina di chilometri da Les Andaluses, il sito di Mersa Madakh conserva i resti di un abitato risalente almeno al VI sec. a.C.
Sul fiume Tafna si localizza Siga (l’attuale Takembrit), la cui frequenza punica sembra risalire al V sec. a.C., in seguito all’abbandono dell’isola di Rachgoun, posta a 2 chilometri dalla foce del fiume e le cui testimonianze più antiche risalgono al VII sec. a.C. Nel II sec. a.C. Siga diventa una delle capitali di Siface, al quale è attribuito il mausoleo di Beni Rhenane, posto a sud ovest della città.
La città più occidentale riferibile alla regione metagonita, delimitata dal Capo Tres Forcas, è Rusadir (Mellilla).
Icosium (Algeri)
La città di Icosium, l'odierna Algeri, si trova 90 chilometri a est di Iol-Caesarea. Il suo nome antico è ’yksm il cui significato potrebbe essere "isola dei gufi" o "isola delle lune piene". Una leggenda greca, invece, vuole che il suo nome derivi da Eikosi compagno di Ercole.
Tipasa
La città di Tipasa, che mantiene lo stesso nome tutt'oggi, dista 27 chilometri da Iol-Caesarea. Grazie alla leggenda impressa su alcune monete è possibile ricostruire il suo antico nome: ovvero Tp<tn. La presenza di un insediamento punico sarebbe attestato fin dal VI secolo a.C.
Iol-Caesarea (Cherchel)
La città moderna di Cherchel, sulla costa algerina a 27 chilometri a ovest di Tipasa, si sviluppa sull’antico insediamento di Iol-Caesarea, di probabile fondazione fenicia, che in epoca romano-imperiale sembra aver raggiunto un'estensione di circa 400 ettari. Il centro sorge su di un terrazzamento di granito ai piedi dell’Atlas di Cherchel e presenta, a un centinaio di metri dalla riva, un isolotto, l’ilôt Joinville o ilôt du phare, sul quale sono state rinvenute importanti testimonianze archeologiche.
Gunigun (Gouraya)
Nei pressi del villaggio di Gouraya, circa a 30 chilometri ad ovest di Cherchel, nel sito contraddistinto dalal presenza del marabout (marabutto) di Sidi Brahim sono stati indagati dalla fine del XIX secolo settori funerari da connettere alla fase preromana dell’Algeria. Il sito, denominato come Gunugu nell’Itinerarium Antonini e in una iscrizione latina, resta in attività anche in epoca post-antica, continuando la sua vita con il nome di Brechk, riportato dagli autori arabi del X sec. d.C. ; l’attività piratesca dei suoi abitanti ne decretò la definitiva distruzione nel 1610 ad opera dei cavalieri di Santo Stefano.
Cartennas (Ténès)
Cartennas (l’attuale Ténès) è uno dei pochi centri minerari nord-africani sicuramente coltivati in epoca punica. Secondo S. Gsell, l’elemento Cart è di origine fenicia, mentre Tennas è il nome libico della città. Tuttavia, il toponimo, per analogia con quello di Cirta krtn, interpretato come forma locale del nome Cirta, potrebbe essere di origine libico-berbera.
Les Andaluses
Le rovine della città punica di Les Andalouses occupa una fertile piana costiera, a 30 chilometri a ovest di Orano e ad est dell’oued Sidi Hamadi. Mentre per la fase romana la città potrebbe corrispondere ai Castra Puerorum dell’Itinerarium Antonini, i resti di epoca preromana potrebbero riportare alla mente alcuni toponimi menzionati in Pseudo-Scilace 111: Arylon, Mes o, in considerazione della presenza di un’isola nella baia (Île Plane), la città di Psamathos, descritta appunto come «un’isola nel golfo con un porto».
Mersa Madakh
Le rovine puniche di Mersa Madakh, a circa 40 chilometri ad ovest di Orano, sono state individuate su un pianoro che, con una ripida falesia, si affaccia sul mare, a poca distanza dallo sbocco dell’oued Madakh.
Rachgoun
La piccola isola di Rachgoun (l’antica Akra in Pseudo Scilace 111) è di origine vulcanica ed è situata a circa 2 chilometri di distanza dalla costa, di fronte all’imboccatura dell’oued Tafna; la superficie del pianoro sommitale è di circa 15 ettari ed è occupata nel settore settentrionale da un faro moderno. Dopo i primi sondaggi effettuati nel 1953 ad opera del Service des Antiquités de l’Algérie, sono state effettuate due campagne di scavo, che hanno posto in luce un’area abitativa ed un settore funerario, riportabili all’orizzonte culturale fenicio-punico.
Siga (Takembrit)
La città di Siga (l’attuale Takembrit) si trova nell’Algeria occidentale, a quattro chilometri dalla costa, esattamente di fronte all’isola di Rachgoun. Sorge su un promontorio sulla riva destra del fiume Tafna, largo e navigabile per buona parte del suo corso: il sito mostra, dunque, condizioni assolutamente favorevoli ad un insediamento di tipo commerciale. La città è, infatti, una fondazione punica finalizzata a garantire un punto di appoggio nei viaggi verso la Penisola Iberica.
Rusadir (Melilla)
La città corrisponde all’attuale Melilla, in territorio marocchino. L’identificazione si basa sulle testimonianze numismatiche: sul verso delle monete il nome punico della città è accompagnato dalla raffigurazione di un ape, che in greco si rende con i termini melitta o melissa. La presenza dell’insetto indica nella produzione di miele la principale attività del luogo.